Aspetti del paesaggio sonoro attuale

Pubblicato in Musique et écologie du son proposition pour une écoute du monde. L’harmattan- Paris ISBN: 978-2-343-08662-0 • juin 2016 • 242 pages EAN PDF : 9782140010897

Da sempre mi sono occupata di disagio acustico in termini di musica e informazioni tecnologicamente mediate che prevalgono sui rumori di fondo.
Il suono amplificato può riprodurre un suono naturale attraverso una qualità eccellente ma non le sue componenti di riverbero, ritorno, e dispersione attraverso l’ambiente che lo ha inizialmente generato: questo, di fatto, è in continua trasformazione, coi i movimenti dell’aria, i mutamenti meteorologici, lo spostamento di oggetti e di persone. La mediazione tecnologica può riprodurre un suono ma non i suoi tempi: può ricreare l’effetto di un eco o di una dissipazione sonora solo secondo un’interpretazione dell’ambiente che nulla ha a che fare con la sua realtà originale.
L’ascolto attraverso istallazioni acustiche finalizzate a riprodurre suoni naturali (come lo scorrere di un ruscello) implica un effetto uditivo meccanico, paragonabile a quello di un martello pneumatico: pur trattandosi di suoni che imitano la natura l’impatto è quello di un tema che, per quanto dilatato nel tempo, inevitabilmente si ripete.
Questo per quanto riguarda i meccanismi di riproduzione acustica per mezzo di tecnologie sofisticate. Teniamo però presente che le tecnologie utilizzate per intrattenere persone nei luoghi condivisi sono di qualità scarsa: questa del resto è la legge di tutte le tecnologie diffuse a livello di massa: le automobili più numerose in circolazione non sono mai quelle migliori. Siamo circondati dalla riproduzione di suoni incompleti (privi di una scala temporale che caratterizza l’ambiente d’origine) e carichi di interferenze per via del valore scarso delle tecnologie utilizzate (pensiamo alla qualità del sonoro diffuso nei Caffè o nei ristoranti).
Questa qualità negli ultimi anni è peggiorata ulteriormente secondo un circo vizioso che adesso vi illustro: alla diffusione nell’ambiente di suoni di qualità pessima e contenuti confusi l’individuo risponde attraverso l’isolamento in cuffia acustica secondo un ascolto molto ambiguo dal punto di vista della percezione. Da una parte, attraverso l’isolamento, il dispositivo auricolare fornisce un’intimità dell’ascolto senza paragoni, dall’altra fa pervenire un suono completamente alterato rispetto alla registrazione dell’evento originale: l’annullamento dell’ambiente e l’impatto intracranico, anziché frontale, dell’evento sonoro impongono una sua differente ricostruzione spaziale.
La gente si abitua al suono diffuso attraverso il proprio ascolto ormai alterato: anche chi ascolta musica in cuffia attraverso un impianto ottimo non reagisce poi all’ascolto di suoni diffusi attraverso tecnologie scarse: accetta questo disagio perché non lo distingue. Da questo consegue un innalzamento del livello basale di ascolto: l’individuo non sente i suoni naturali ormai sommersi, indeboliti, e si abitua a parlare più forte. I gestori dei locali pensano di mascherare il vociare inducendo colonne sonore invasive cui l’individuo spesso risponde isolandosi con gli auricolari e insistendo così nel processo deteriorativo del proprio ascolto. Questo circolo vizioso causa l’aumento senza fine di un disagio che agisce sulla collettività intera. Negli ultimi due anni sono diminuiti i morti sulla strada per incidenti e questa è una buona notizia. Tuttavia, almeno per quanto riguarda i dati in Italia, si assiste a un aumento cospicuo dei sinistri per guida distratta e mancata precedenza che, come ho illustrato nei miei precedenti studi, rappresentano un indicatore importante di distrazione causata dagli effetti reali e pregressi di sovraesposizione al suono mediato: noi vediamo anche ascoltando, la persona che si disabitua ad ascoltare l’ambiente non focalizza appieno un segnale visuale o un evento inaspettato perché la sordità da “altro ascolto” agisce su tutti i sensi impedendone la complementarietà: il caso dei giovani che attraversando i binari, avvolti in cuffia acustica, non hanno sentito ma nemmeno hanno visto l’arrivo del treno (cosa che avrebbe fatto la persona affetta da sordità fisiologica) perché questo tipo di sordità non permette di essere supplito con la vista.

Sintetizzando:
I suoni diffusi nell’ambiente attraverso tecnologie scadenti hanno causato una modificazione dell’ascolto, specie attraverso i dispositivi auricolari che, indipendentemente dalla qualità dell’impianto, impongono una differente ricostruzione dell’evento sonoro.
L’educazione al suono, attraverso un’opera di sensibilizzazione, una volta che l’ascolto è modificato, perde la sua valenza: sarebbe come per un daltonico riconoscere le sfumature di un colore o, per chi ha perso sensibilità al gusto, apprezzare un particolare sapore.
Porre dei limiti all’induzione di suoni amplificati nei luoghi della condivisione e all’uso di dispositivi auricolari in quelle situazioni che richiedono attenzione all’ambiente è ormai l’unica via per preservare l’individuo e restituirgli la dimensione del suono che riverbera, ritorna e si disperde attraverso l’infinità del cielo, ovvero attraverso quell’ascolto comprensivo dei suoi tempi, per il quale l’individuo è stato originariamente concepito.

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