A Federica, a Francesca
e a tutti gli altri giovani
che malgrado la società distratta
ascoltano, riflettono …
Nota introduttiva
Quali sono le conseguenze del concerto che avvolge la metropoli influendo sulla dimensione neutra degli spazi condivisi?[1]
Come reagiscono gli individui alla continua sollecitazione di musica e segnali acustici diffusi nell’ambiente?
Mentre questi interrogativi sfiorano appena l’opinione pubblica, avanza indisturbato l’inquinamento sonoro, con una velocità che quasi non permette di riflettere su ciò che sta accadendo e su quali possono esserne le conseguenze. Ma le risposte già ci sono perché il fenomeno si espande non senza ripercussioni che ora vedrò in parte di descrivere.
Gli effetti di una sordità diffusa che avanza coinvolgono l’agire in ogni suo aspetto, dall’atto più quotidiano fino a quello più avventuroso. La strada, quale campo di indagine su cui è incentrata questa ricerca, rappresenta un aspetto eclatante della società che si trasforma attraverso il progresso e i suoi effetti collaterali. Da una parte la tecnologia fornisce veicoli superaccessoriati al fine di una maggiore sicurezza, dall’altra, gli stessi accessori richiedono ulteriore attenzione.
Esiste la possibilità di un legame tra quella che recentemente ho avuto modo di definire la terza voce meccanica, che si esprime attraverso il suono amplificato, e uno stato di annebbiamento mentale che attornia la collettività, causando incidenti sulle strade e all’interno degli spazi domestici, rallentando l’apprendimento scolastico e ostacolando il rendimento sul lavoro.
Dal satellitare al telefono cellulare con o senza vivavoce, queste tecnologie richiedono energia, partecipazione e concentrazione mentale.
Esiste un fattore di sordità generale che deriva dalla media di tante sordità, che riflette un innalzamento complessivo della soglia di accettabilità nei confronti della massa sonora diffusa e dei rumori urbani (traffico ed edilizia). Questa sordità rappresenta una forma di patologia ambientale acustica, ovvero un disagio che affligge l’individuo indipendentemente da se stesso, secondo meccanismi che provengono dall’esterno. Si tratti di telefonini o di altoparlanti installati lungo le strade e all’interno delle strutture, gli effetti si originano nell’ambiente e nel medesimo si diffondono. È una patologia altalenante, che non si manifesta con una riduzione graduale della capacità di ascolto. Al contrario il nuovo sordo concentra l’attenzione su alcuni stimoli uditivi a discapito di altri. Questa peculiarità risalta soprattutto quando si parla di automobilisti e di pedoni: questi ultimi hanno notevolmente aumentato il loro grado di disattenzione da quando si è diffusa l’abitudine di isolarsi attraverso cuffie acustiche e dispositivi auricolari.
Questo saggio affronta i temi dell’ascolto musicale passivo e del degrado ambientale acustico dal punto di vista dell’individuo e di come queste trasformazioni vengono vissute nella sua quotidianità. Le informazioni sono state ottenute attraverso l’elaborazione di dati ufficiali e l’analisi di considerazioni emerse da una ricerca interdisciplinare nell’ambito della sociologia urbana, ambientale, e antropologia della condizione contemporanea (sulla scia di G. Simmel).
I meccanismi che inducono la nuova sordità sono poi stati analizzati con riferimento ad alcuni stati europei e ai rispettivi comportamenti stradali attraverso un’osservazione partecipante, suffragata dalla testimonianza di alcuni esperti del traffico incontrati a Londra (cap. 3). Alcuni riferimenti di comparazione riguardano anche il contesto statunitense, canadese, brasiliano e, naturalmente, italiano. Attraverso quest’analisi ho potuto rilevare gli effetti di una sordità diffusa che inizia a provocare scompenso anche dove l’applicazione delle regole stradali si mantiene efficiente (come nel caso inglese).
All’analisi di comparazione tra i diversi contesti di mobilità e traffico ha fatto seguito un’analisi dettagliata del fenomeno, basata su dati Istat che riguardano le presunte e accertate cause di incidenti avvenuti in Italia tra il 2003 e 2008. Un indice di distrazione tecnologica ipotetica identifica i sinistri riconducibili agli effetti della nuova sordità, partendo dall’ipotesi che una percentuale degli incidenti sono attribuibili a uno stato di distrazione procurato dall’utilizzo delle tecnologie sonore contestuale all’incidente stesso, oltre che agli effetti pregressi di uno stordimento indotto dalla massa di suoni diffusi.
Consapevole del fatto che i dati ufficiali utilizzati possono andare incontro a critiche metodologiche, mi sento tuttavia confortata dalla convergenza dei contenuti raggiunti nonostante i differenti metodi utilizzati e le diverse fonti di provenienza delle informazioni. Pertanto ritengo che parte degli incidenti sulle strade potrebbero diminuire grazie all’applicazione di regole più restrittive sull’uso delle tecnologie durante il transito, oltre che con la riduzione dei suoni invasivi diffusi nei pubblici spazi.
Silvia Zambrini
Capitolo I
La nuova sordità
La nuova sordità come fatto sociale
Definizione e sinonimi
Criteri di diffusione
Nuova sordità e amplificazione
Per riassumere
La nuova sordità
Non esiste ancora un termine per definire lo stato di ipoacusia associato a quello di distrazione. Generalmente, per sordità non fisiologica si intende l’espressione di un comportamento indifferente se non ostile. Le “orecchie da mercante” non alludono alla sordità ma alla sua simulazione.
La sordità di chi non vuol sentire è sempre esistita e la letteratura ne è testimone con la narrazione di conflitti e incomprensioni all’insegna del silenzio e dell’auto/estraniazione. Attualmente i meccanismi che inducono la sordità non fisiologica sono più vari e complessi.
La diffusione massificata di suoni riprodotti assieme alla velocità acquisita dai mezzi di informazione e di locomozione ha modificato il paesaggio dei sensi attraverso nuove percezioni uditive e immaginifiche.[2] Il “non sentire” rimane adesso uno stato originato da fattori esterni e non soltanto da una volontà interiore di chiusura psicologica nei confronti di qualcosa o di qualcuno.
Non a caso, seppure timidamente, si inizia a parlare di distrazione causata dalle tecnologie ma solo nei termini di uno stato momentaneo e non di una condizione che può protrarsi nel tempo, traducendosi in abitudine a sentire poco. La nuova sordità non ha ancora una sua identità e facilmente viene confusa con quella fisiologica. Non pochi, pensandosi affetti da sordità si sono sottoposti all’esame audiologico dal quale non è risultato alcun difetto: accade che, per difendersi dal sovraccarico sonoro, si dedichi meno attenzione all’ascolto, indipendentemente dall’importanza che viene attribuita a persone e situazioni.
La propria sensazione di sordità è in realtà uno stato di confusione mentale che deriva da un frastuono incessante, sempre più determinato dalla qualità del rumore rispetto alla quantità che rimane comunque elevata. Il tradizionale rumore dei centri urbani si imprime di segnali ansiogeni con gli urti dei veicoli in fase di manovra, di stimoli allertanti e musiche meccaniche. Il fastidio, più o meno consapevole, nei confronti di tutto ciò che si oppone alla naturale vivibilità dei luoghi, diventa protagonista nel paesaggio multisensoriale della post/modernità.[3]
La difficoltà a sentire diventa un insieme di cause e fattori legati a sensazioni e stati d’animo vissuti attraverso i sensi e la loro complementarietà: la sordità da distrazione non si limita a far sentire di meno ma coinvolge anche la vista in quanto a capacità di osservare e di focalizzare una situazione. Noi vediamo anche ascoltando.
Definizione e sinonimi
Poiché la sordità non fisiologica colpisce indistintamente, uniformando modi di comunicare e stili di vita, si può definire questo un fenomeno di sordità di massa.
Lo stato di disattenzione e di distanza nei confronti del contesto reale è l’effetto più evidente e accomunante della nuova sordità quanto a patologia che agisce sui sensi, creando interferenza col pensiero e con l’agire. Per questo è anche una sordità da distrazione.
Essendo uno stato che si manifesta nei soggetti attraverso comportamenti simili, di assenza e di distanza, è possibile individuarne gli effetti in situazioni collettive, dalla strada al Caffè, alla scuola: il pubblico che si distrae al concerto, gli studenti che non ascoltano la lezione. Per questo è anche una sordità generalizzata, che livella i comportamenti senza distinguo di età e altre variabili, ovvero è una sordità sociale, che si esprime attraverso i sintomi di una società distratta.
Essendo l’ambiente la sua origine di provenienza è possibile identificare questo disagio quale sentore di una patologia ambientale acustica. Si diffonde attraverso fonti sonore che ricoprono un campo di ricezione. Indipendentemente dalle reazioni individuali, tutti coloro che sono presenti all’interno di questo diametro ricevono il messaggio amplificato: si tratti di un bar in cui la radio diffonde programmi, così come di un centro commerciale o di una piazza durante un evento ricreativo, o anche del vagone di un treno in cui i telefoni squillano ripetutamente. Per questo è anche una sordità diffusa. Poiché è una sordità diversa rispetto a quella tradizionale, e tuttavia ne condivide i sintomi di isolamento e distrazione, si tratta di una forma di sordità nuova, ovvero “nuova sordità”.
La nuova sordità come fatto sociale
Si può parlare di fenomeno sociale quando determinati fattori esterni inducono l’individuo a particolari modi di fare, di agire, attraverso comandi che provengono dall’alto, all’infuori delle coscienze singole.[4] In questo senso la nuova sordità si configura come un fenomeno sociale della contemporaneità, che livella stili di vita e comportamenti.
L’ambiente, ancor prima dell’individuo, è sempre più soggetto all’irradiazione diretta di effetti sonori amplificati: la persona che si trova nel luogo subisce un calo di attenzione verso ciò su cui sta riflettendo, verso colui col quale interloquisce. Ma questo stato dettato dalla circostanza sussiste anche nel lungo periodo perché i suoni della terza voce meccanica si stampano nella memoria, traducendosi in una distrazione da consuetudine.
La società risponde ai continui stimoli sonori mantenendo una sua coesione che dà luogo a comportamenti generalizzati di assenza, di apparente non disponibilità, attraverso quegli stessi meccanismi di passività con i quali un fenomeno ambientale viene socialmente assimilato.
L’uomo contemporaneo può disporre di mezzi di spostamento e di comunicazione molto veloci. Con la stessa velocità deve memorizzare dati, nozioni, e altresì confrontarsi direttamente con gli altri attraverso comunicazioni efficaci. Rispetto agli scompensi ecologici che hanno ferito intere aree geografiche, o alle epidemie che uccidono in massa, la nuova sordità colpisce attraverso risultati meno manifesti ma ugualmente lesivi, spesso inconsapevoli, di affaticamento e rallentamento dei riflessi, di difficoltà a parlare con gli altri.
Differentemente da altri disagi come i disturbi alimentari o le forme depressive, la sordità diffusa si trasmette ovunque c’è movimento di persone e attività. Nessuno sa per certo quanto l’uso ostinato delle tecnologie, e tantomeno l’amalgama sonoro che lo attornia, incida sulla sua attenzione. Si sa solo che un malessere genericamente nominato stress, agisce negativamente sulla propria produttività e nei rapporti con gli altri.
Criteri di diffusione
La terza voce meccanica diffonde i suoi effetti attraverso un alone, una parte di atmosfera che si inspessisce attorno all’individuo ossia attraverso la dimensione del cosmo in cui si comunica, si pensa, si provano emozioni.
Questa nebbia si inspessisce perché nella società attuale l’informazione ridonda di colonne sonore e abbagli luminosi, in una continua tensione che distoglie dal proprio pensiero e interferisce con l’attenzione. Tuttavia, pur trattandosi di un disagio che si diffonde, parlare della nuova sordità come di un virus che si trasmette tra individui sarebbe inappropriato.[5]
Certi fenomeni come la moda vengono proposti da pochi e imitati da molti attraverso la riproduzione di ciò che fa l’altro ma nel caso della sordità da distrazione non c’è un vero fenomeno di imitazione. Il distacco dal reale rappresenta in parte una risposta all’eccesso di informazioni indotte nell’ambiente, di segnali che divengono sempre più approssimati, confusi, indistinguibili.
Si può parlare nella fattispecie di imitazione ma solo in termini di un atto automatico, privo di ragionamento intellettuale, come nel caso della persona che, prendendo spunto dalle abitudini di altri, si assuefa al sottofondo musicale. La ripetizione ragionata si verifica a volte, ma non rispecchia un contagio che si trasmette tra individui. Riguarda piuttosto piccoli gruppi che per motivi di usanza comune o strategia commerciale impongono programmi radiofonici e colonne sonore all’interno di bar, punti/vendita ecc.
In realtà esiste un prototipo di effetto sonoro che stimola comportamenti destinati a riprodursi. La stessa terza voce meccanica, attraverso la sopraffazione, crea un unico modello. L’individuo si adegua ad essa, non per imitarla ma per competere con lei: abituandosi a parlare più forte, aumentando il volume della propria suoneria telefonica, lasciandosi assuefare dalla massa sonora che egli stesso ripropone con le proprie tecnologie. Alla base di queste reazioni sussiste una forma di difesa verso un fenomeno prevaricante, che sovrasta attraverso le tecnologie di riproduzione acustica.
Mentre la sordità tradizionale si manifesta attraverso uno stato di silenzio che avvolge l’individuo, il nuovo sordo soffre di un’eccedenza sonora che interferisce sulla sua attenzione. La reazione istintiva di abituarsi a parlare più forte accomuna entrambi i casi: chi non sente vive diversamente la dimensione del rumore, non lo interpreta come un eccesso (al contrario).
Movimento, guida di un veicolo, comunicazione tra persone e apprendimento sono gli elementi in cui meglio si rispecchia la nuova sordità, secondo modelli sempre più globalizzati del vivere comune. Al pari della sordità tradizionale, la nuova sordità comporta uno stato di isolamento e di distanza nei confronti degli altri e delle situazioni reali, compromettendo così una serie di rapporti e di equilibri.
Nuova sordità e amplificazione
Nell’attuale contesto urbano acustico un ruolo importante hanno i rumori dei motori e dell’edilizia, che aumentano assieme al parco macchine in circolazione e ai cantieri. Tuttavia la grande distrazione viene dai suoni che si esprimono attraverso musica e parole. Se il rumore meccanico crea un fastidio, il suono distrae attraverso l’interferenza di altri pensieri e altre voci che si impongono su quelli individuali attraverso l’amplificazione: la voce del satellitare all’interno di una vettura “buca” i rumori del traffico anche a finestrini aperti, così come quella proveniente dal telefono vivavoce.
Questo vale anche per gli ambienti che ospitano più persone compresi gli spazi aperti: la pubblicità diffusa nelle stazioni copre il rumore dei treni. I suoni delle campane, ormai ovunque amplificati, coprono il rumore urbano.
Il suono riprodotto di per sé non ha grandi responsabilità. Questo mezzo di potere, tutto sommato arcaico, ha significato maggiore apertura verso una cultura e un’informazione accessibile a tutti, degenerando col tempo in una sordità generalizzata di cui l’individuo è vittima e in parte anche fautore attraverso l’esposizione alla massa sonora diffusa e l’eccessivo utilizzo delle tecnologie di riproduzione acustica. Se non si riflette sul potere del suono amplificato al di là delle sue possibilità, il livello basale di ascolto continuerà a crescere perché il suono, differentemente dal rumore di una macchina, anticipa eventi, esprime cose, tende quindi a farsi sentire prevalendo sul rumore di fondo: non pochi preferirebbero possedere un’automobile più silenziosa rispetto ad altre, e la suoneria del proprio telefono che copre le altre.
Per riassumere
Per analizzare la patologia da nuova sordità, ovvero di massa, ovvero da distrazione, occorre distaccarsi dal concetto di sordità tradizionale.
La nuova sordità non è dovuta a deterioramento organico dell’apparato acustico. Non comporta un calo progressivo dell’udito. Al contrario il nuovo sordo si trova sottoposto ad un eccesso di informazioni e di stimoli sonori riprodotti che gravano sul suo udito.
Il comportamento distratto diffuso avviene attraverso l’uso individuale delle tecnologie e gli effetti resi dalla centralizzazione acustica nei pubblici spazi. Scarsa concentrazione e atteggiamenti apatici non sono però il risultato di modelli che si vorrebbe imitare, bensì di un fenomeno imposto dall’alto, al quale l’individuo reagisce parlando più forte o aumentando il volume sonoro delle proprie tecnologie, non per riproporre ciò che fa la maggioranza ma per competere con gli effetti resi dalla terza voce meccanica: questa, di fatto, rimane il grande modello con il quale la gente si confronta sempre più spesso e in sempre più luoghi.[6] L’utilizzo del microfono, anche in luoghi circoscritti, produce ulteriore distrazione.
Sicuramente la televisione ha delle responsabilità di contenuti frivoli e mistificatori. Non bisogna però tralasciare che l’invasività dei programmi televisivi e radiofonici proviene in larga parte dall’irruenza delle sigle musicali e dai toni sovraeccitati dei conduttori. Il suono riprodotto attraverso il suo potere di volume, di espressione musicale, verbale e di spia, tende comunque a coprire i rumori di fondo, anche in situazioni di traffico.
[1]S. Zambrini, La città in concerto, Auditorium Edizioni, Milano 2005.
Id. L’erosione del neutro, Edizioni Goliardiche,Trieste 2006.
[2] P. Virilio, La macchina che vede, Sugarco, Milano 1989.
[3] H. Arendt, Vita activa, Bompiani, Milano 1994; Z. Bauman, Fiducia e paura nella città, Mondadori, Milano 2004; G. Dorfles, Intervallo perduto, Einaudi, Torino 1980; S. Sim, Manifesto per il silenzio, Feltrinelli, Milano 2008; G. Steiner, Linguaggio e silenzio, Garzanti, Milano 2006.
[4] E. Durkheim, Le regole del metodo sociologico, Einaudi, Collana Edizioni di Comunità, Torino 2001.
[5] G. Simmel, La moda, Editori riuniti, Roma 1985.
[6] E. Goffman, Il comportamento in pubblico, Einaudi, Torino 1971; E. Goffman, Modelli d’interazione, Il Mulino, Bologna 1971; R. Sennett, Rispetto, Il Mulino, Bologna 2004; R. Sennett, Il declino dell’uomo pubblico, Mondadori, Milano 2006.