Oltre il 2020

Pubblicato su FANA il 30 dicembre 2020.

Finisce questo 2020 tra chi confida in anno migliore e chi già si prepara a una terza ondata, quasi per scaramanzia!
Quali saranno le conseguenze di cambiamenti inaspettati quanto reali avvenuti nel mondo del lavoro ?
Di lavoro a distanza finalizzato al risparmio energetico e dei costi se ne parlava da tempo. Nel settore privato questa modalità è iniziata con le banche online, i call center, il commercio per corrispondenza: quest’ultimo risale ai cataloghi cartacei di Postalmarket nel 1959 e in seguito le televendite dei canali indipendenti.
Già da prima della pandemia, ingegneri e architetti di imprese edili erano in possesso di tecnologie in grado di mostrare adeguatamente ai colleghi in ufficio disegni e mappature durante i sopralluoghi nei cantieri.
Nel settore pubblico l’informatizzazione è avvenuta più lentamente. Gli utenti possono accedere online ai servizi per prenotare visite e appuntamenti ma ai dipendenti non sono state fornite tecnologie idonee per impegnarsi autonomamente come computer, stampanti, piattaforme: una mancanza che in questi mesi ha causato il ritardo di diverse procedure da parte di imprese e singoli cittadini (soprattutto quelle che richiedono accesso agli archivi di Comuni, Ministeri, Tribunali e altri pubblici uffici), coi dipendenti impossibilitati ad agire per conto di una sede centrale  sostanzialmente inattiva. 
Il 2020 ha evidenziato questo squilibrio tra settore pubblico e privato, dimostrando in tal senso un’imperfezione di queste nuove modalità operative anche quando apparentemente sembrano funzionanti. Ma l’esigenza di annullare le distanze nei casi in cui è possibile permane. In Italia il sistema ferroviario che collega centri abitati e capoluoghi rende snervante il viaggio quotidiano di insegnanti, impiegati e badanti tra attese, ritardi, vagoni spesso stracolmi, e gli investimenti per migliorare la rete lungo le piccole tratte non sono mai stati una priorità.
Il decentramento delle attività durante il Covid ha presentato delle difficoltà soprattutto per chi vive in spazi piccoli e ha famiglia, ma anche la possibilità di risparmiare tempo e danaro quando la presenza non è necessaria. In ambiti come quello ospedaliero, la necessità di aumentare personale sul posto si è fatta sentire drammaticamente. Diversamente in altri contesti la possibilità di ottenere gli stessi risultati pur lavorando fuori sede si è rivelata una sorpresa. Questo già farà cambiare alcune cose.
La strada per uno smart working che funzioni a tutti i livelli di organigramma è ancora lunga e richiede delle modifiche ai contratti di lavoro (specie per il settore pubblico). La scarsa qualità di connessione a livello nazionale certo non aiuta e questo, nel campo della didattica (quella musicale specialmente) costituisce un problema serio di cui ci parlerà Carlo Balzaretti, Direttore di Conservatorio, in un’intervista che uscirà a breve. 
Che il 2021, oltre a farci uscire dall’incubo, sia l’inizio per un rinnovamento del lavoro attraverso il perfezionamento di nuove forme già in corso ma ancora in via di sperimentazione. Di cui c’è bisogno a prescindere da qualsiasi malaugurato stato di emergenza.